PARTIAMO DALLE FONTI

Che cosa avvenne realmente la notte di Natale dell’800?

Grandes Chroniques de France, illustrato da Jean Fouquet (metà del XV secolo)

Tra le varie fonti relative all’incoronazione di Carlo Magno se ne possono mettere a confronto due di particolare interesse.

La prima è tratta dagli Annales Regni Francorum, un testo redatto alla corte di Carlo e che ha un carattere semiufficiale.

«801. Nello stesso santissimo giorno del Natale del Signore, nel momento in cui il re si levava dall’orazione, durante la messa, davanti all’altare della Confessione di San Pietro Apostolo, il papa Leone pose la corona sul suo capo e tutto il popolo romano gridò: “A Carlo Augusto, coronato da Dio grande e pacifico imperatore dei Romani, vita e vittoria”. E dopo le lodi fu adorato dal pontefice, secondo il costume degli antichi principi e, soppresso il titolo di patrizio, fu chiamato Imperatore ed Augusto».

Adatt.

La seconda è opera di Eginardo, biografo di Carlo Magno e suo ammiratore, nella biografia VitaKaroli. Eccone il testo:

«Venendo a Roma per rimediare alla situazione della Chiesa che era molto turbata, Carlo vi trascorse l’intero inverno. In quel tempo egli ricevette il titolo di Imperatore e di Augusto. Egli dapprima se ne mostrò tanto irritato che avrebbe rinunciato, come disse egli stesso, a entrare quel giorno in chiesa, per quanto fosse giorno di festa di precetto, se avesse potuto conoscere in anticipo l’intento del Papa. Tuttavia sopportò con molta pazienza la gelosia degli imperatori romani indignati che egli avesse assunto quel titolo [gli ImperatoriRomani d’Oriente] e, grazie alla sua nobiltà d’animo, per la quale era senza dubbio di gran lunga superiore a loro, riuscì a vincere la loro contrarietà, mandando loro numerose ambasciate e chiamandoli nelle sue lettere fratelli».

Adatt.

l primo racconto si sofferma maggiormente sul cerimoniale di incoronazione, descrivendone i particolari e, siccome nel Medioevo, e non solo, il cerimoniale rivestiva una notevole importanza, analizzarlo attentamente permette di riscontare elementi molto interessanti. Si va dalle parole di acclamazione del popolo, che chiama Carlo Augusto ed imperatore, all’adorazione del papa, simile a quella che il patriarca di Costantinopoli faceva del basileus cioè dell’imperatore bizantino, alla decisione di sostituire il titolo di patrizio, che era un titolo inferiore, con quello di imperatore (patriciusera il titolo assunto da Odoacre dopo aver deposto l’ultimo imperatore romano). Tutti questi particolari sottolineano, senza ombra di dubbio, l’alto valore della carica attribuita a Carlo, che può essere considerato imperatore a tutti gli effetti e del tutto simile agli imperatori bizantini, gli unici fino ad allora a potersi fregiare di questo titolo di diretta discendenza romana.

La seconda narrazione, dopo aver spiegato il motivo per cui Carlo si trovava a Roma, non si sofferma sul cerimoniale ma sui sentimenti del neoincoronato imperatore: la sorpresa di Carlo che non se l’aspettava, e la sua iniziale contrarietà (e per rinforzare questo si dice che non sarebbe neanche entrato in chiesa sebbene fosse Natale, se avesse saputo la cosa in anticipo; e queste vengono riferite come parole pronunciate dallo stesso Carlo). Come si spiega questa versione? Da una parte non dimentichiamo l’intento elogiativo di tutta l’opera di Eginardo: probabilmente il biografo di Carlo voleva sottolineare l’umiltà dell’imperatore che non aveva nessuna ambizione di potere (e questo intento elogiativo si nota anche dopo quando si dice che per magnanimità Carlo era superiore agli imperatori bizantini). In secondo luogo, e questo emergerà ben presto nel tempo, la sua contrarietà poteva essere motivata dal timore di irritare gli imperatori bizantini con i quali Carlo in quel momento non aveva intenzione di entrare in competizione.

Un’ultima considerazione riguarda la data dell’avvenimento. Per noi che datiamo l’inizio dell’anno dal primo gennaio, l’avvenimento si svolse nel Natale dell’800. Negli Annales Regni Francorum si riporta invece la data 801 perché allora si faceva iniziare l’anno dal giorno di Natale.