METTIAMO A FUOCO
Viaggiare nel Medioevo: un’impresa e un rischio

Un’epoca di viaggiatori
A differenza di quanto comunemente si crede, il Medioevo fu popolato di viaggiatori. Viaggiavano in molti e per i più svariati motivi. Innanzitutto, i pellegrini, che si recavano verso i grandi santuari; poi gli studenti universitari (i chierici vaganti, appunto) che raggiungevano le loro università, spesso lontane dai paesi d’origine. Viaggiavano anche i mercanti con i loro convogli di merci. Nei primi secoli viaggiavano i monaci per evangelizzare terre pagane; dopo il Mille viaggeranno i crociati. Viaggiavano poveri e mendicanti come pure cavalieri e re (lo stesso Carlo Magno non aveva una residenza fissa ma la sua corte era itinerante). Gli europei viaggiarono anche molto lontano dall’Europa, mossi dal gusto di scoprire terre nuove, di fare affari (come, ad esempio, i mercanti veneziani Polo) o di convertire popolazioni lontane (come i frati francescani). Probabilmente fu anche viaggiando che gli europei maturarono l’idea di una comune patria e il sentimento di una comune appartenenza.
Strade spesso impraticabili
Ma com’erano le strade allora? Sicuramente peggiori di quelle dell’antica Roma, soprattutto nei primi secoli del Medioevo, quando la manutenzione era scarsa e le pietre che le lastricavano erano state tolte per essere usate in altri lavori. Inoltre, erano spesso soggette alle condizioni climatiche avverse. In primavera erano difficilmente praticabili a causa del disgelo che le riempiva di fango, dove i carri spesso affondavano e si bloccavano. D’inverno lo erano altrettanto a causa delle piogge, del gelo e della neve (anche se questo in Russia e in Scandinavia poteva essere un vantaggio perché si usavano le slitte e si poteva viaggiare sui fiumi ghiacciati). Si viaggiava, quindi, prevalentemente in estate e in autunno (quando c’erano più ore di luce, si poteva pernottare all’aperto e i valichi montani erano praticabili).
Viaggiare per vie d’acqua
Molti fiumi erano navigabili e questo per i commerci era un vantaggio, anche se vi era il rischio di naufragio e pedaggi da pagare in continuazione. Ponti ne vennero costruiti in grande quantità, soprattutto dopo il Mille. Per mare la navigazione avveniva sotto costa, col rischio continuo di assalti di pirati o di incagliarsi negli scogli (per le popolazioni costiere il naufragio delle navi era spesso fonte di arricchimento perché avevano la possibilità di impossessarsi di merci o oggetti abbandonati).
L’animale più usato era l’asino
L’animale più usato per il trasporto delle merci era sicuramente l’asino: camminava bene anche in montagna, mangiava poco e portava fino a 150 chili (nel Medioevo questo animale era oggetto di particolare affetto, in quanto era anche l’animale sul quale Gesù Cristo entrò in Gerusalemme alla vigilia della sua passione). Con l’asino era molto usato, soprattutto in montagna, il mulo. Più raro era l’uso del cavallo: mangiava più dell’asino e cibo più costoso, inoltre era più soggetto a malattie ed era preferibile usarlo per la guerra o per il lavoro dei campi. Meno diffusi come animali da trasporto i buoi, più piccoli e meno resistenti rispetto a quelli che si usano oggi; erano, inoltre, lenti ed avevano poca autonomia, in quanto potevano percorrere solo pochi chilometri al giorno. Durante le crociate furono utilizzati come animali da soma anche pecore e capre.
Ospizi, alberghi, locande
Per quanto riguarda l’accoglienza di chi viaggiava, per i pellegrini vi era l’ospitalità dei monasteri (addirittura, vi era l’obbligo per i monaci di lavare loro i piedi) e in ospizi appositamente costruiti lungo gli itinerari. Per gli altri vi erano alberghi e locande, di solito abitazioni private usate a tale scopo. Si trattava spesso di ricoveri semplici, con pochi posti letto, nei quali potevano dormire anche più persone estranee tra loro (la cosa non era considerata disdicevole ed era una necessità). Nel sud della Francia si calcola che ci fossero in media almeno 30 locande in ogni città. Un’ultima curiosità: risale al XIII secolo il più antico codice della strada a noi giunto. Proviene dalla Germania e contiene regole molto interessanti. Stabilisce, ad esempio, le precedenze: l’uomo a cavallo deve dare precedenza ai carri, il pedone ai cavalieri. Si stabiliscono, inoltre, multe per chi esce di strada e danneggia qualche campo oppure ferisce un animale domestico.