IL CAMMINO DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA
I progressi nel campo dell’ingegneria civile, navale e metallurgica

Non sempre sono giunti fino a noi i disegni degli impianti di sollevamento di cui gli ingegneri medievali si avvalevano per portare i materiali edili fin nel punto e alla quota a cui si voleva collocarli, ma basta guardare da questo punto di vista a certi monumenti, come ad esempio la Sacra di San Michele in val di Susa (Torino), per farsi un’idea di quello che si riuscì a fare in un’epoca in cui non si disponeva ancora di gru a motore ma solo della forza di uomini ed animali nonché dell’acqua in caduta laddove si poteva disporne.
In quanto alle tecniche edilizie dapprima, al tempo dello stile romanico, si sviluppò la volta, ereditata dall’epoca classica. Poi nel secolo XII e XIII, al tempo dello stile gotico, a sostegno della copertura si introdussero i pilastri e si inventarono per rafforzarli gli archi rampanti. Fu così possibile la fioritura delle cattedrali di quell’epoca.
Notevoli furono i progressi nel campo dell’ingegneria navale, che ebbe luogo in due ambiti separati, nei mari del Nord Europa e nel Mediterraneo. Questi poi si fusero al tempo delle Crociate quando nel Mediterraneo giunsero dalla Scandinavia e dalla Germania navi che portavano da quei Paesi cavalieri e armigeri. Nel Nord Europa già nel XII secolo si cominciarono a fare delle navi spinte solo dalla vela, e che quindi non richiedevano più rematori, mentre nel Mediterraneo si inventò il timone imperniato verticalmente, molto più maneggevole dell’antico timone a remo. Nel XIII secolo giunse dall’Oriente la bussola che rese possibile la navigazione non più solo in vista delle coste ma anche in mare aperto. Il secolo XV vide infine la nascita, ad opera dei portoghesi, della caravella, nave da esplorazione, e della caracca, nave da trasporto. Pensate per la navigazione oceanica, queste navi galleggiavano bene anche nell’oceano in tempesta diversamente dalle precedenti galee che, quando venivano a trovarsi con la prua e la poppa appoggiate su due onde successive, potevano anche spezzarsi.
La lavorazione del ferro cominciò nel Medioevo a ricevere una grande spinta dalla produzione di armi, specialmente da quando, tra il 1320 e il 1330, venne inventato il cannone, che implicò lo sviluppo del processo di fusione del metallo in grandi stampi, e più tardi l’archibugio. La polvere da sparo, una miscela di salnitro, zolfo e carbone di abete o di tiglio, fu causa ed effetto di notevoli progressi nel campo della chimica.